Bambini plusdotati: come riconoscerli e sostenerli al meglio

Segnali della plusdotazione nei bambini e strategie educative efficaci

Chi sono davvero i bambini plusdotati? Come possiamo riconoscerli e accompagnarli in un percorso che valorizzi il loro potenziale senza trascurare le loro fragilità?

In questo articolo risponderemo a queste domande, esplorando le caratteristiche dei bambini gifted, i segnali precoci, le sfide emotive e sociali che affrontano e le strategie per supportarli al meglio. Capire la plusdotazione significa anche imparare a non confonderla con altri tratti o disturbi, evitando diagnosi errate e fraintendimenti.


Chi sono i bambini plusdotati?

Quando parliamo di bambini plusdotati, ci riferiamo a persone che mostrano una capacità cognitiva superiore alla media, solitamente con un quoziente intellettivo (QI) superiore a 130. Tuttavia, la plusdotazione non si esaurisce in un numero: è un modo di pensare, sentire e interagire con il mondo che si distingue per complessità, profondità e intensità. Secondo la National Association for Gifted Children, la giftedness comprende diversi ambiti, tra cui intelligenza, creatività, talento artistico, leadership e pensiero divergente.

In termini di diffusione, si stima che tra il 2% e il 5% della popolazione scolastica possa essere considerato plusdotato. Questi bambini non sono semplicemente "brillanti": mentre i bambini brillanti apprendono facilmente e si adattano bene al contesto scolastico, i bambini gifted spesso mostrano un pensiero critico precoce, mettono in discussione le convenzioni e manifestano una curiosità insaziabile. La loro sensibilità emotiva può essere molto intensa e influenzare significativamente il loro comportamento e le loro relazioni.


Miti e stereotipi sui bambini plusdotati

Uno dei più grandi ostacoli al riconoscimento e al supporto adeguato dei bambini gifted è rappresentato dai miti e dagli stereotipi che li circondano. C'è chi pensa che siano sempre autonomi, felici, socialmente abili e che eccellano in tutto. In realtà, molti bambini plusdotati possono vivere profondi disagi, proprio perché non trovano nel contesto scolastico e sociale una risposta adeguata alle loro caratteristiche.

Ad esempio, il mito secondo cui non avrebbero bisogno di aiuto è particolarmente dannoso. La convinzione che, essendo così intelligenti, siano in grado di cavarsela da soli, porta spesso a trascurare le loro difficoltà emotive, sociali e scolastiche. Allo stesso modo, pensare che siano sempre i migliori a scuola è un errore: la noia, la mancanza di stimoli e un ambiente poco adatto possono farli sembrare svogliati o disinteressati. Infine, molti adulti si aspettano da loro una maturità che non è coerente con la loro età anagrafica, dimenticando che sono comunque bambini, con bisogni affettivi e di protezione.


Come riconoscere un bambino plusdotato?

I segnali della presenza di un funzionamento di plusdotazione possono emergere già in età prescolare. Alcuni bambini parlano molto presto e utilizzano un linguaggio sorprendentemente ricco e articolato. La loro curiosità è inesauribile: pongono domande profonde, anche su temi complessi e mostrano un interesse particolare per concetti astratti. Spesso hanno una memoria prodigiosa e si appassionano in modo intenso e duraturo a temi specifici, come i pianeti, i dinosauri o i numeri. Non è raro che si concentrino a lungo su attività che trovano stimolanti, come puzzle o giochi logici e che manifestino una sensibilità emotiva fuori dal comune.

Durante gli anni della scuola primaria, queste caratteristiche diventano ancora più evidenti. Il bambino gifted apprende in modo intuitivo, trova soluzioni originali ai problemi, usa un linguaggio preciso e complesso.

Spesso si annoia se non adeguatamente stimolato e può assumere comportamenti provocatori o apparentemente oppositivi. Può avere difficoltà a socializzare con i coetanei, sentendosi diverso e isolato.

Per identificare correttamente la plusdotazione, non è sufficiente osservare. È fondamentale una valutazione psicodiagnostica condotta da professionisti esperti, che comprenda test cognitivi (come il WISC-V), strumenti di osservazione comportamentale e questionari rivolti a genitori e insegnanti. L'osservazione clinica è altrettanto importante, soprattutto per cogliere gli aspetti emotivi e relazionali.


Le sfide dei bambini gifted: problemi emotivi e sociali

Essere plusdotati comporta anche delle difficoltà. Nonostante le loro capacità, molti di questi bambini vivono con disagio la loro peculiarità. Il perfezionismo è uno dei tratti più comuni: pretendono molto da sé stessi, temono l'errore e spesso evitano le sfide per paura di fallire. Questo può generare ansia da prestazione, insicurezza e blocchi emotivi.

La loro sensibilità li rende vulnerabili. Possono sentirsi diversi, non compresi, e sviluppare un senso di inadeguatezza. La noia vissuta a scuola, l'assenza di pari con interessi simili e la mancanza di supporto adeguato possono portarli all'isolamento e alla demotivazione. Alcuni sviluppano precocemente sintomi di burnout, ossia uno stato di stanchezza emotiva e mentale dovuto all'eccessivo carico cognitivo.


Plusdotazione e comorbilità

Un aspetto poco conosciuto ma fondamentale è la doppia eccezionalità. Alcuni bambini gifted presentano anche difficoltà specifiche, come i Disturbi Specifici dell'Apprendimento (dislessia, disortografia, discalculia), il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD), o sono nello spettro autistico. Altri possono manifestare disturbi d'ansia o dell'umore.

Questa combinazione rende la loro situazione particolarmente complessa. Spesso, la plusdotazione maschera la difficoltà, oppure è la difficoltà a mascherare il talento. Una valutazione multidisciplinare è indispensabile per cogliere la complessità del loro funzionamento e per definire interventi personalizzati ed efficaci.


Come supportare un bambino plusdotato

Per aiutare davvero un bambino gifted, è necessario costruire attorno a lui un ambiente che stimoli il suo potenziale, ma che al tempo stesso accolga la sua fragilità. A scuola, è importante adottare una didattica flessibile e personalizzata, che preveda contenuti più avanzati, laboratori creativi, progetti interdisciplinari e possibilità di accelerazione o arricchimento. Gli insegnanti devono essere formati e sensibilizzati, per riconoscere i segnali della plusdotazione e intervenire in modo adeguato.

Anche il supporto emotivo è essenziale. Il bambino deve sentirsi ascoltato, accolto e compreso. Occorre lavorare sull'autostima, sulla gestione delle emozioni e sulla capacità di affrontare l'insuccesso. Favorire la partecipazione ad attività extracurricolari, in cui possa incontrare altri bambini con interessi simili, è utile per il benessere relazionale. In alcuni casi, può essere opportuno un percorso psicologico mirato.

Per approfondire gli aspetti educativi, puoi leggere anche: Strategie didattiche per alunni plusdotati


Conclusione

Riconoscere e accompagnare un bambino plusdotato significa offrire un contesto che ne valorizzi il potenziale, ma che accolga anche le sue difficoltà. Ogni bambino è unico: solo attraverso ascolto, formazione e personalizzazione possiamo davvero aiutarli a esprimere il meglio di sé. Incoraggiamo genitori, insegnanti e operatori a informarsi, formarsi e collaborare per costruire percorsi su misura. Nessun bambino dovrebbe sentirsi "sbagliato" solo perché funziona in modo diverso.